E ci risiamo. Cosa accade? Non lo so, non lo sappiamo, possiamo fare solo speculazioni, ma a questo ci penserà il mio collega Sguido a stuzzicare il vostro palato.
Quello su cui vorrei soffermarmi oggi è l’emotività, espressa con le immagini e inscenata dalle grandi capacità recitative degli attori coinvolti in questa settima puntata, in particolare di Laura Dern, nei panni di Diane.
La situazione nella quale ci troviamo ora è una matassa, tutta aggrovigliata, piena di storie e di personaggi aperti e mai continuati, piena di continue svolte, omicidi, ritorni e intuizioni (forse) sconclusionate, ma nemmeno troppo.
Le sequenze cardine sono senza dubbio quelle in cui Laura Dern è coinvolta: Diane è stata convinta a incontrare Cooper, a suon di “Fuck You!” e sigarette e caffè, damn good coffee, per essere precisi.
Lo scontro di emozioni e di sguardi (anche se attraverso il vetro riflettente della centrale di polizia) sono da manuale di recitazione e da manuale di regia: il modo in cui Lynch si sofferma sulle espressioni e le smorfie di Diane e Cooper hanno dell’incredibile; il dialogo, infatti, ha solo qualche battuta, ma è tutto retto dalla recitazione del corpo, dalla respirazione e dagli splendidi occhi di Laura Dern. Sublime.
Ah, e poi il nano assassino viene fermato da Dougie sotto suggerimento dell’albero, come fosse un atleta di arti marziali uscito da un film cinese degli Anni ’70. COSA?!
Tutto questo e molto altro è quello davanti al quale vi troverete questa settimana. Voi, invece? Da cosa vi siete fatti trasportare?
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Jakk
Io sono sconvolto da morire per la teoria, sempre più concreta, che il giovane Horne possa essere nato da BobCooper e Audrey…in coma.
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